Disabilità: cosa significa avere un fratello disabile
Quando si parla di disabilità, spesso ci si concentra solo sul soggetto disabile o sui bisogni dei genitori, ma raramente si prendono in considerazione i fratelli con sviluppo tipico. In realtà, essendo comunque parte del nucleo familiare, anche loro, come tutti gli altri familiari, vivono situazioni di forte stress emotivo che, se trascurate, possono portare a esiti critici.
La letteratura italiana utilizza, per parlare dei fratelli di bambini con disabilità, il termine inglese “sibling”, che letteralmente significa sia “fratello” che “sorella”, ma è stato poi utilizzato in questa accezione più specifica dall’Associazione Italiana dei Siblings.
Vivendo in contesti familiari stressanti, è normale che questi bambini e ragazzi sviluppino vissuti non comuni ai coetanei, che possono causare disagio; tuttavia se viene data loro la possibilità di esprimerli ed elaborarli, possono diventare delle risorse. Una prima difficoltà può emergere perché a volte i genitori, per proteggerli, non li mettono a conoscenza della reale situazione del fratello, creando, quindi, confusione sulle sue reali condizioni e capacità, non permettendo al bambino di dare un senso alle modifiche al normale assetto familiare (frequenti visite mediche, comportamenti imprevedibili del fratello, assenze dei genitori…).
D’altra parte, l’iperprotezione del figlio disabile porta i genitori a cercare di evitare confitti tra fratelli, non permettendo, quindi, al figlio sano di esprimere le normali emozioni, anche negative, che emergono inevitabilmente nel rapporto fraterno, per esempio la rabbia e la gelosia. Questi sentimenti non solo rimangono ma, se repressi, possono sfociare in un senso di colpa, minando la naturalezza del rapporto. A questo possiamo aggiungere il frequente senso di colpa per essere il “bambino sano” contrapposto all’immagine di “bambino malato” del fratello.
Soprattutto in adolescenza, può insorgere un’ulteriore difficoltà relativa al rapporto con i coetanei. Infatti, a questa età il senso di appartenenza al gruppo è fondamentale ai fini dello sviluppo psico-sociale e avere un fratello “diverso” può causare nel sibling la paura di essere marchiato esso stesso come diverso. Come conseguenza, il ragazzo può o isolarsi o preferire il gruppo nascondendo agli amici la presenza di un fratello malato; in entrambi i casi il sibling adolescente vive un conflitto tra due aspetti fondamentali della sua vita. Inoltre,dato che di solito i ragazzi imparano ad interagire con i pari a partire dalle esperienze con i fratelli, i “siblings” possono incontrare maggiori difficoltà nel relazionarsi con i coetanei, sviluppando minori abilità sociali.
Caratteristica comune a molti fratelli di ragazzi disabili è la iper-responsabilizzazione che li porta a viversi come più grandi, a non permettersi la leggerezza della loro età e, una volta cresciuti, a sentirsi i tutori del loro fratello preoccupandosi di quando rimarranno soli con loro.
Tutte queste caratteristiche, però, possono anche rivelarsi una risorsa per i fratelli, che possono sviluppare competenze sociali superiori ai coetanei. Infatti, essi tendono a esprimere maggior empatia, ad essere più tolleranti con la diversità, più responsabili e più disposti ad aiutare. La probabilità che resti una problematica oppure che diventi una risorsa dipende, in larga misura, dal comportamento dei genitori e dal clima familiare. In particolar modo, se i genitori riescono a creare un clima di comunicazione in cui sia possibile esprimere i propri vissuti, è più probabile che i figli trovino strategie per affrontare le criticità.
Confronto e gruppi di sostegno
Al di là del contesto familiare, questi ragazzi possono essere facilitati nell’elaborare i loro vissuti emotivi verso una situazione così complessa, attraverso il confronto con altri coetanei che vivono le stesse problematiche.
Per questo vengono organizzati Gruppi di Sostegno per Siblings, strutturati in un numero limitato di incontri, a cui partecipano ragazzi della stessa età, con la presenza di un professionista esperto che ha la funzione di aiutare ad elaborare i contenuti emersi. Attraverso l’esperienza del gruppo i partecipanti possono comprendere che non sono i soli a vivere questa esperienza, sentendosi accettati e compresi e quindi liberi di esprimere tutte le loro emozioni. Questo porta ad acquisire competenze per gestire gli aspetti critici tipici di questi contesti familiari e per trasformare le difficoltà in risorse. Infatti le recenti ricerche svolte in quest’ambito portano a pensare che l‘esperienza della disabilità non sia di per sé negativa per i familiari coinvolti, ma possa rivelarsi come un’opportunità di arricchimento e crescita personale, se viene fornito loro un supporto adeguato.
Cosa può fare Centro Clinico Spazio IRIS
Centro Clinico Spazio IRIS pone al centro l’individuo dando molta importanza alle disabilità e a coloro che le affrontano quotidianamente in ambito familiare dando il giusto supporto.
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