ORGASMO: il proprio diritto verso il piacere

Digitando su Google la parola orgasmo in italiano troviamo 406.00 risultati per l’orgasmo femminile e 482.00 risultati per quello maschile. Questo ci fa dire che questa fase della risposta sessuale non è considerata come un tabù.

In questa giornata dedicata all’orgasmo anche noi cogliamo l’occasione per aggiungere informazioni e riflessioni su di esso.

Da quando l’orgasmo non è più un tabù?

L’orgasmo ha perso la sua etichetta di tabù in modo sempre più evidente a partire dagli anni ’50, quando si è passati da una visione funzionale della sessualità, limitata alla procreazione, all’idea che il raggiungimento del massimo grado di soddisfazione erotica costituisca la quintessenza di un rapporto felice. Il focus della sessualità è stato quindi spostato sul piacere sessuale ed il progetto procreativo nelle coppie è spesso rimandato o accantonato. Con il consolidamento di questo nuovo sguardo sui rapporti sessuali, a partire gli anni  ’60, la sessualità della coppia ha iniziato a prevedere la partecipazione attiva e coinvolta della donna. Il copione della sposa casta e frigida ed il repertorio di impacci, reticenze, pudori e mal di testa è diventato inaccettabile. L’orgasmo femminile, così come quello maschile, non sono più un tabù né un motivo di vergogna, anzi, anche le donne iniziano a rivendicare il loro DIRITTO al piacere. Nel 1976 Willy Pasini, padre della sessuologia italiana, scrive “far l’amore con piacere è diventato un nuovo dovere sociale. La libido sessuale diventa un dovere”. In tale ottica, il rapporto sessuale, viene vissuto come una prestazione performante fondata sulla produzione di orgasmi che da una parte misurano il “valore” maschile sulla capacità di stimolare l’orgasmo femminile e dall’altra conferiscono alla donna la possibilità di considerare il proprio piacere al contempo sia un DIRITTO che un DOVERE.

Cos’è un orgasmo?

L’orgasmo è un riflesso involontario difficile da descrivere con precisione e complicato da indurre. E’ un picco di sensazione di intenso piacere transitorio e variabile in grado di creare un alterato stato di coscienza, abitualmente accompagnato da contrazioni ritmiche e involontarie della muscolatura. La Dott.ssa Nikky Prause, neuroscienziata americana che studia lo stato mentale e fisico che porta all’orgasmo, sottolinea che dal punto di vista fisiologico durante l’orgasmo si verificano 8/12 contrazioni molto ben definite a distanza di 0,8 secondi l’una dall’altra che poi si diradano.  Queste contrazioni si accompagnano spesso a sensazioni di spasmo: l’ano si contrae, la schiena si inarca, i piedi si tendono, la pelle si arrossa; e a sensazioni di benessere ed abbandono: spossatezza e calore diffuso.

Come è evidente dalla definizione, l’orgasmo non è una risposta meccanica ad uno stimolo, infatti dopo  la prima contrazione dei muscoli inizia l’esperienza soggettiva legata al piacere.

Perché è così importante parlare di orgasmo?

In una recente ricerca americana sull’orgasmo emerge che l’86% degli uomini  dichiara di raggiungerlo dopo un rapporto sessuale, mentre per quanto riguarda le donne la percentuale si abbassa a 75% nel caso di rapporti omossessuali e a 62% nel caso di rapporti eterosessuali. Sembra esserci quindi una difficoltà significativa per entrambe i sessi a raggiungere il traguardo del percorso che porta al proprio piacere!

Sicuramente, la percentuale rispetto al sesso femminile è più allarmante di quella maschile. Il dato sembra essere confermato da un recente sondaggio fatto dall’azienda Durex su 2000 clienti da cui emerge che solo il 15% delle donne raggiunge l’orgasmo durante il rapporto e ben 2 donne su 10 non hanno mai provato orgasmi durante l’atto sessuale.

Le statistiche mettono in evidenza come sia frequente tra le donne la sensazione di non riuscire a raggiungere il proprio piacere massimo. Questo continuo focus sul raggiungimento dell’“obiettivo finale” non aiuta a trovare il proprio personale percorso verso il piacere e porta a mettere in atto frequentemente comportamenti che possono essere considerati “riparatori”: si finge l’orgasmo, si rinuncia all’intimità. Ogni comportamento riparatore fa si che la donna entri in un circolo vizioso da cui è difficile uscire. E’ però importante dire che nessuna donna nasce orgasmica, l’orgasmo non è una cosa naturale che si presenta in modo spontaneo necessariamente se c’è amore; ogni donna è importante che impari a conoscersi per poter raggiungere il massimo piacere che è determinato anche dalla capacità di lasciarsi andare.

Per l’uomo il percorso può essere altrettanto faticoso, ma in maniera diversa: l’uomo ha l’obiettivo fondamentale di eiaculare attivando il riflesso eiaculatorio che in genere parte a seguito di una eccitazione sessuale, ma non sempre a questa eiaculazione corrisponde la sensazione di orgasmo. Infatti, a fronte di una tendenza ad identificare l’orgasmo maschile con il verificarsi dell’eiaculazione va ricordato che i due eventi non sono assimilabili. A differenza di quanto può accadere nella donna, l’uomo non può mettere in atto comportamenti riparatori che gli permettono di aggirare l’ostacolo o di fingere che il problema non sussista questo perchè … il pene non mente!

E’ quindi evidente come in entrambe i casi, sia per l’uomo che per la donna il percorso verso il raggiungimento del massimo piacere richieda una significativa conoscenza del proprio corpo, dei segnali che esso trasmette, delle proprie fantasie e dei propri desideri sessuali, consapevolezza delle proprie sensazioni, condivisione e dialogo con il partner ed esperienza. Per questa ragione dare la responsabilità al partner di farci provare l’orgasmo potrebbe essere uno dei modi migliori per rimanerne delusi!

La possibilità di provare piacere sembra essere quindi centrale rispetto al benessere sessuale, anche l’Associazione mondiale della Salute sessuale (Was) in un opuscolo sulla salute sessuale per il terzo millennio ribadisce: “Il piacere è, probabilmente, il più potente fattore motivante per il comportamento sessuale. Ignorare questo ruolo nel contribuire alla realizzazione della salute e della felicità umana è un grave errore”.

E tu… quanto ti concedi di conoscerti e di percorrere il percorso verso il tuo massimo piacere?

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